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Vita, Fede e Pensiero di S. Agostino

Nota del Redattore: La seguente descrizione di S. Agostino si basa sul suo libro “Le Confessioni”, come pure sul Gidokkyo Sajeon (Dizionario del Cristianesimo, pubblicato da Gidokkyo Munhurasa) e Segye Cheolhak Daejeon (Grande Dizionario di Filosofia del Mondo, pubblicato da Seonggyun Seogurm)

S. Agostino nacque nel 354 a Tagaste, Numedia, una regione in Africa del Nord che all’epoca era sotto l’autorità di Roma. Suo padre, Patrizio, era un pagano, ma sua madre, Monica, era una Cristiana devota. Dalla sua infanzia sua madre lo educò a glorificare il nome del Cristo. Sua madre è una donna che nella storia del Cristianesimo occupa un posto di prestigio. Si distingue specialmente per l’amore e sincerità verso suo figlio. Nonostante un tale ambiente Agostino trascorse la maggior parte della sua gioventù con uno spirito di autoindulgenza e di ribellione contro Dio. All’età di sedici anni, non dominò il suo desiderio sessuale e peccò. Il nome della donna coinvolta non è conosciuto, ma si presume che Agostino l’abbia amata tanto almeno per un certo tempo. All’età di diciotto anni ebbe un figlio, di nome Adeodato, e successivamente la gente lo chiamava “un figlio di Dio”.

Mentre viveva a Cartagine, fu profondamente coinvolto dal Manicheismo, che metteva insieme Cristianesimo e religioni Orientali, e cercò la via della salvezza con acuto interesse nella purezza e nel controllo delle passioni. Mentre seguiva il Manicheismo, continuò a porsi domande sulla radice del peccato e sull’essenza dell’esistenza. Ferventemente attese l’avvento di Fausto, un eroe del Manicheismo, che sarebbe apparso presto per risolvere i problemi, ma quando ciò non avvenne, Agostino abbandonò il Manicheismo e cercò di risolvere i problemi essenziali della vita per mezzo della ragione. A Cartagine, Agostino imparò a fondo le filosofie greche e romane così come retorica, letteratura, musica, e matematica. Con tale conoscenza, lottò per risolvere i suoi problemi della vita; nel cercare ciò accumulava soltanto domande senza ottenere risposte. Mentre riteneva sbagliati i concetti circa la radice, l’essenza, e l’origine del male, dichiarò la sua separazione totale dal Manicheismo.

Nel 384, si trasferì a Milano ed incontrò S. Ambrogio, grande vescovo ed insegnante di retorica, e tramite un suo sermone persuasivo finalmente si decide ad abbracciare il Cristianesimo. La notizia della sua conversione portò grande gioia a sua madre, Monica. Dopo aver visto il cambiamento di vita di S. Agostino, Monica fece ritornare la donna di Agostino in Nord Africa e guidò la sua vita ad essere devoto solo al Cristo. Finalmente, il lavoro di Dio cominciò nuovamente con Agostino, ma S. Ambrogio ancora non aveva fiducia riguardo alla dedizione di tutta la sua vita al Cristo. Da quel momento Agostino cominciò a scrivere le Confessioni, dove dice: “Le mie lacrime non potevano fermarsi a causa del rimorso e delle pene che tormentavano profondamente la mia anima. Il mio peccato era così immensamente pesante che non avrei mai potuto rimuoverlo con le mie proprie forze”.

Secondo il suo racconto un giorno, mentre Agostino sedeva con un amico chiamato Alipio, gli sembrò di sentire una voce, come quella di un bambino, ripetere: “Prendi e leggi”. Egli interpretò questo come un’esortazione divina ad aprire le sacre scritture e leggere il primo passaggio che a caso gli capitava di vedere. Quindi, aprì la Bibbia su Romani 13: 13-14, dove lesse: “Non in baldorie ed ubriachezza, non in depravazione e licenziosità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo, e non seguite la carne nei suoi desideri”. A quel tempo egli aveva trentadue anni. Poiché la sua vita quotidiana divenne più santa ed il suo spirito cresceva, insieme con suo figlio e l’amico Alipio, ricevette il battesimo dal vescovo Ambrogio alla vigilia di Pasqua. Monica fu profondamente commossa da questo, vedendo che le sue preghiere avevano finalmente trovato risposta.

Monica consigliò Agostino di ritornare alla sua città natale e diffondere il vangelo. Agostino fece tutti i preparativi per ritornare in Africa del Nord insieme con sua madre, il figlio, ed alcuni amici, secondo il consiglio di Monica; mentre stavano aspettando la nave per partire dal porto romano di Ostia, Monica improvvisamente si ammalò e morì. Nelle sue Confessioni Agostino dà un resoconto elaborato degli eventi antecedenti la morte di sua madre. Dopo, quando suo figlio, che era la sua sola speranza, morì anche lui a Tagaste, Agostino sentì un’indicibile tristezza e pena. Diede disposizioni riguardo la piccola eredità che aveva, formò un’assemblea religiosa e si dedicò completamente allo studio della Bibbia e a scrivere.

Da allora in poi il nome di Agostino cominciò a diffondersi in tutta l’Africa. All’inizio del 391, mentre serviva come vescovo ausiliario il vescovo Valerio nella città portuale di Ippona, gli fu chiesto da Valerio di succedergli nella sua posizione. Al primo momento rifiutò con decisione l’offerta, ma alla fine accettò. Da allora in poi, il suo lavoro per la chiesa cominciò a pieno ritmo. Le sue Confessioni rivelano in dettaglio come sinceramente egli praticò la fede nella sua posizione ecclesiastica. Mentre serviva come vescovo, si focalizzò solamente ad interpretare ed insegnare la Bibbia, e la sua conoscenza spirituale basata sulla Bibbia ebbe un enorme impatto nella storia. La sua vita passò dall’oscurità alla luce attraverso il Cristo. Credendo che la salvezza è un libero dono della grazia di Dio agli esseri umani, non ebbe esitazione a diffondere questa verità. Egli elaborò una solida dottrina sull’esistenza di Dio, la creazione, la realtà del male, e così via, che ebbe un’influenza di capitale importanza sull’intero mondo cristiano.

Mentre Agostino si dedicava a scrivere e diffondere il Vangelo, l’Africa del Nord fu invasa dalle tribù pagane dei Vandali, che percorrendo l’intera area sottrassero al dominio romano città come Ippona e Cartagine. Agostino esortò tutti i vescovi a non abbandonare il gregge e fortemente resistette agli invasori. Ciononostante, Ippona fu conquistata dalle tribù pagane. Agostino morì il 28 agosto del 430, all’età di settantasei anni. Confrontandosi con dottrine e filosofie che minacciavano la fede Cristiana a quel tempo, Agostino stabilì e rafforzò la comprensione ortodossa della verità cristiana. Per esempio contro l’interpretazione del Manicheismo del problema del male, Agostino difese la bontà di Dio e degli esseri creati; a causa della polemica coi Donatisti, organizzò la dottrina ecclesiastica e la dottrina della provvidenza; ed a causa della polemica coi Pelagiani, sviluppò le dottrine sulla caduta umana, sul peccato originale, e sulla predestinazione. La filosofia di S. Agostino divenne la teologia cattolica ufficiale proprio come la reinterpretazione di Aristotele da parte di Tommaso d’Aquino nel tredicesimo secolo, influenzò l’intero mondo cristiano nel Medio Evo e diede importanti impulsi ai riformatori religiosi come Martin Lutero e Giovanni Calvino.

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